Mastoplastica additiva
L’intervento di mastoplastica additiva ha lo scopo di aumentare le dimensioni del seno, correggere forma, proporzioni e simmetria grazie all’inserimento di protesi mammarie di ultima generazione.
La mastoplastica additiva oggi, punta al rimodellamento della mammella nella forma e nelle proporzioni e non al solo aumento di volume. In questo modo si riesce a garantire un risultato naturale sia alla vista che al tatto.
Con la prima visita specialistica si illustra alla Paziente la finalità estetica dell’intervento di mastoplastica additiva, i possibili risultati ottenibili e tutti i potenziali rischi e complicanze legati a questo intervento chirurgico. Si valutano l’accesso chirurgico, la cicatrice residua, il tipo di impianto scelto (rotondo o anatomico) e la sede di impianto (sotto-muscolare, sotto-ghiandolare o Dual Plane).
Quando si esegue l’intervento e perché?
- Ipotrofia mammaria congenita (seno piccolo)
- Ipotrofia mammaria a seguito di gravidanza/allattamento o perdita di peso
- Asimmetria mammaria (differenze tra le due mammelle in forma, volume e posizione)
- Mammella tuberosa (base di impianto mammario stretta rispetto alla grandezza del torace)
In sede di prima visita si sceglie il tipo di accesso chirurgico e la tipologia di protesi che si andrà ad impiantare. La scelta dell’accesso chirurgico si basa su parametri anatomici oggettivi e sul desiderio della paziente.
Sulla base dell’opzione scelta si posiziona la protesi con un accesso periareolare o a livello della piega mammaria seguendo gli ICE principles.
Si hanno differenti sedi di impianto della protesi:
- Sottoghiandolare: la protesi viene posizionata completamente al di sotto della ghiandola mammaria.
- Sottomuscolare: la protesi viene posizionata completamente al di sotto del muscolo grande pettorale.
- Dual Plane: la porzione superiore della protesi è coperta dal muscolo grande pettorale, mentre la porzione inferiore della protesi è coperta dalla ghiandola mammaria.
La sede di impianto della protesi viene valutata durante la prima visita ed è determinata da:
- Quantità di tessuto ghiandolare preesistente
- Attività sportiva della Paziente